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Macchina di Santa Rosa

2015

Concorso per la progettazione della nuova Macchina di Santa Rosa
Patrimonio immateriale UNESCO 2015-2019

consulente arte-architettura


progetto:
Paolo Marcoaldi (capogruppo)
Orazio Carpenzano (consulente arte-architettura)
Emanuele Germani (consulente liturgico)
Fabio Balducci (collaboratore)
Lucia Cataldo (collaboratore)
Gianluca Manzi (collaboratore)


La Macchina di Santa Rosa è una torre alta circa trenta metri e pesante cinque tonnellate, dedicata alla patrona della città di Viterbo.
È l’avvenimento principale dell’anno cittadino, capace di catalizzare e monopolizzare l’attenzione dell’intera città e di attirare un sempre maggiore numero di turisti. La sera del 3 settembre di ogni anno, a Viterbo, la macchina viene sollevata e portata in processione a spalla da un centinaio di uomini detti “Facchini di Santa Rosa” lungo un percorso di poco più di un chilometro articolato tra le vie, talvolta molto strette, e le piazze del centro cittadino. Un concorso viene indetto all’incirca ogni 5 anni dal Comune di Viterbo per scegliere la nuova macchina, che entro l’anno verrà poi realizzata in vista del Trasporto.
La proposta di concorso, denominata Scala Coeli, è costituita da un obelisco di tre setti rastremati che contengono una teoria di scale ascendenti. L’obelisco scaligero è posto su un parallelepipedo a base triangolare sulle cui facce sono collocati bassorilievi raffiguranti l’iconografia della forma urbis, sorretto a sua volta dalle denominazioni dei quattro Castelli etruschi collegati alla mitica origine della città. Sul basamento, tra i vuoti scanditi dai tre grandi setti radiali, sono poste le sculture che rappresentano le tre Virtù Teologali (Fede, Speranza e Carità): tre angeli mostrano gli emblemi mutuati dall’iconologia cristiana. Le scale infinite culminano su un roseto nel cui cuore è posta la statua della Santa.
L’obelisco trilobato è costituito da un’anima ferrigna, sulla quale saranno incardinati i pannelli di rivestimento realizzati in una fibra aramidica leggera, ignifuga e resistente, istoriati secondo il motivo gotico della Loggia delle Benedizioni del Palazzo Papale, che conformeranno la figura scaligera nella sua plastica primaria.
Ai piedi della Scala Coeli, il Locus dei Facchini di Rosa, “disposti” secondo un rigoroso e affascinante assetto. In questo meraviglioso e commovente “Sodalizio” tra i Facchini e Rosa, si esprime la magnifica e straordinaria unione tra la Vergine e Viterbo. Attraverso questo Sodalizio si saldano l’Unione e la Fraternità d’Intenti; l’impegno spirituale, morale e fisico; la tradizione ultrasecolare del Sacro Trasporto e non ultima, la coesione urbana e civile, oramai divenuta uno dei più alti valori della cittadinanza viterbese e della sua grande fierezza votiva.

Orazio Carpenzano