Living between water and sky

2023

SEOUL BIENNALE OF ARCHITECTURE AND URBANISM 2023

coordinatore progettuale


committenza:
Biennale di Architettura e Urbanistica di Seoul

coordinatore progettuale:
Orazio Carpenzano

supervisori:
Alfonso Giancotti
Fabio Balducci
Daniele Frediani
Paolo Marcoaldi
Luca Porqueddu

studenti:
Diana Carta
Domenico Faraco
Roberta Manno
Fabrizio Marzilli
Andrea Parisella
Claudia Ricciardi

localizzazione:
Seoul, Corea del Sud


In continuità con la tradizione italiana sul tema dell’abitare l’acqua attraverso l’architettura, il progetto proposto per la città di Seul non intende il ponte solo come struttura fisica per l’attraversamento di uno specchio d’acqua – solitamente resistente al passaggio trasversale. Definisce invece, in senso più ampio, la possibilità di andare oltre il modello di città compatta e speculativa, con l’idea di suggerire e consolidare scenari diversi, abitati attraverso nuove prospettive. Questo affida al ponte il compito di riaffermare e riattivare le connessioni: quelle tra uomo e natura, artificio e natura, individuo e società, tra vecchie e nuove generazioni.
Il ponte proposto è una struttura di connessione fisica e figurativa, concepita come una grande trave forata.
Undici grandi telai strutturali – 150 metri x 150 metri ciascuno – creano una relazione permeabile tra la città e il paesaggio naturale. Questa connessione è un aspetto significativo ed essenziale della visione urbana di Seul, che diventa artificiale e conduce verso il paesaggio montano.
Allo stesso tempo, la trave è concepita come un setaccio, intercetta e cattura grandi frammenti meccanici, che rappresentano potenziali pezzi di un paesaggio futuro. All’interno di questo paesaggio, elementi ludici e spirituali si fondono tra loro e le componenti energetiche si fondono con quelle sociali.
All’interno delle grandi cornici paesaggistiche, l’ampia trave ospita dispositivi per l’utilizzo di energie rinnovabili – come il vento e l’acqua – e crea le condizioni per la presenza di ecosistemi vegetali – naturali o legati alla produttività agricola. Allo stesso tempo, la struttura invariabile della trave diventa un corpo abitato da presenze temporanee, adattative e mutanti, che tutte insieme danno vita alla narrazione urbana e abbracciano la dimensione dell’evento.
In relazione alla superficie vibrante del fiume Hangang, la trave viene duplicata e invertita, offrendo la possibilità di articolare una vera e propria città acquatica galleggiante e sospesa. In questo modo, la grande trave a maglia quadrata si inginocchia sul fiume e si abbassa sull’acqua, in modo fisico e simbolico. I pilastri, quindi, non sono necessari solo per ragioni strutturali, ma anche per creare punti di approdo, integrando diverse attività sul fiume.
Si definisce così una condizione abitabile e la struttura porosa del ponte permette la fusione di acqua e cielo. Diventa un’architettura atmosferica in cui le cose si mescolano e coesistono, creando l’evento.
La traiettoria lineare della trave può prevedere movimenti pedonali e veicolari. Gli elementi verticali, insieme a un sistema lineare sulla sommità, costituiscono le condizioni per offrire spazi residenziali, servizi e luoghi comunitari che, in una visione panoramica, possono partecipare al rapporto osmotico tra città e natura.

Orazio Carpenzano