Museo della Scienza di Roma

2022

Trasformazione urbana dell’ex Stabilimento Militare Materiali Elettronici e di Precisione di Via Guido Reni
consulente per l’architettura


committente:
Comune di Roma

capogruppo:
Peluffo&Partners

consulenti per il progetto architettonico:
Orazio Carpenzano
con
Fabio Balducci
Paolo Marcoaldi

gruppo di lavoro:
Gianluca Peluffo, Domenico Faraco, Gabriele Filippi, Prof. Arch. Orazio Carpenzano, Arch. Fabio Balducci, Arch. Paolo Marcoaldi, Arch. Andrea Parisella, Arch. Fabrizio Marzilli, Leonardo Sangiorgi, Aureliano Capri

consulente per gli aspetti espositivi e multimediali:
Studio Azzurro

aspetti strutturali:
Compass ingegneria s.r.l.

aspetti impiantistici e sostenibilità:
Compass ingegneria s.r.l.

localizzazione:
Roma (RM)


Immaginare a Roma un nuovo spazio per la formazione, la rappresentazione e la disseminazione della scienza, delle sue culture e dei suoi metodi, significa tracciare un percorso che trasmetta entusiasmo alle nuove generazioni attraverso una sintesi dei saperi che, a nostro avviso, va costantemente relazionata ad una solida cornice umanistica. Questo binomio tra scienza e umanesimo, che in Roma ha trovato un habitat straordinario accompagnando le tappe fondamentali della sua storia fatta di trionfi e lamenti, feconda il tema della proposta progettuale attraversandone gli strati materiali e gli spessori concettuali, per giungere al cuore di un’attitudine tanto antica quanto l’umanità. Per proporre al pubblico un nuovo lessico narrativo, in equilibrio tra analisi e sintesi, il sistema delle conoscenze è chiamato a confrontarsi con i problemi e le richieste che il tempo presente ed il futuro prossimo gli pongono davanti. Nel MSR il pubblico diviene presenza attiva e creativa ed i contenuti offerti si offrono ad una manipolazione in grado di contrastarne i naturali processi di obsolescenza. La sfera esperienziale del Museo si ibrida con una proposta multimediale che trascende la dimensione architettonica, affinché la sua presenza sia percepita, condivisa e vissuta dai cittadini al di là della sua manifestazione fisica. Nel suo spazio fisico e immateriale, il MSR ospiterà dunque un Laboratorio permanente per la ricerca e la produzione di conoscenze; un Archivio aperto tanto al grande pubblico quanto agli specialisti; un Osservatorio in grado di recepire e verificare la ricaduta sui territori della propria azione comunicativa. Il fantasma del rudere e la moltitudine di nuovi corpi che lo abitano conformano un ambiente al tempo stesso definito e mutevole. La grammatica spaziale e l’impianto funzionale del MSR si offrono all’attraversamento predisponendo itinerari trasversali, liberi e destabilizzanti: un girovagare che evoca la conoscenza acquisibile attraverso l’errare. L’architettura del MSR evoca l’energia emanata da alcuni topoi della tradizione romana, re-immaginandoli come paradossi costruttivi: il recinto, il foro, la colonna, il tetto, il tumulo. Il recinto è un margine che regola l’azione insediativa, identificando già dall’esterno una porzione dello spazio che contiene: un’entità non isotropa, poiché più intensa ai bordi che al centro, in tensione tra vuoto e cornice. Sul suo limite viene scritto un nuovo ingresso segnalato da una lunga trave, esibita come un grande frammento barbarico, che ribalta il senso della sua gravità sospendendosi su un vuoto che diviene il recapito delle traiettorie e degli spazi pubblici del quartiere. L’interno è un foro intervallato da un lacerto di spazi quasi-archeologici che si aggrovigliano in un tessuto fatto di piazze, incroci, percorsi e varchi che segnano luoghi per il ristoro, lo scambio e la condivisione. Qui la colonna, nell’insieme indefinito delle sue repliche disposte lungo traiettorie senza orientamento, diviene una linea che si apre a configurarsi come un albero, magnete e origine dell’energia spaziale dell’intero edificio. Il nuovo tetto del Museo è composto da uno sciame di vele governate dall’incrocio di piani concavi: un mare di curve acute che dialogano con il cielo e la luce di Roma. Su questo nuovo paesaggio increspato si staglia come una zattera, o un’isola, il volume dell’auditorium con la sua terrazza aperta all’orizzonte. L’insieme è la metafora descrittiva e simbolica della volontà umana di esplorare, costruendo una narrazione in continuo movimento nel tempo e nello spazio, sospesa tra il desiderio della permanenza e l’esigenza di rifondare altri luoghi oltre il nostro pianeta: la cucina del Mondo. Roma nella mutazione genetica della foresta esprime il senso dell’essere umano in lotta per la propria sopravvivenza con una Natura madre e matrigna, dalla quale difendersi ma al contempo attingere le materie e le forme necessarie ad erigere la sua casa.

Orazio Carpenzano