Rigenerazione dell’ex Galateo di Lecce

2020

consulente per l’architettura


committente:
Lecce Social Housing

capogruppo:
Studio Amati

progetto architettonico:
Orazio Carpenzano [coordinatore]
studio.dismisura
Betta Capitaneo
Francesco D’Ambrosio
con
Gruppo JADL
Andrea Parisella

strutture e impianti:
Vincenzo Gigli – ViSa Engineering s.r.l.

consulenti:
Giovanni Carbonara [restauro]
Eugenio Arbizzani [tecnologia dei sistemi edilizi]
Lucina Caravaggi, Daniela De Leo, Cristina Imbroglini [progettazione urbanistica e del paesaggio]


Dall’idea della comunità leccese di immettere in un nuovo ciclo di vita uno degli edifici storici della città, che versa nel degrado da più di venti anni, scaturisce questa proposta che si basa su una attenta lettura dell’esistente per definire le traiettorie di valorizzazione nel rispetto dei luoghi e dei loro significati.
L’ex Galateo, risalente agli scorsi anni Trenta, frutto d’una progettazione architettonica e strutturale di qualità, costituisce nella città di Lecce una presenza ormai storica, meritevole di un progetto che ne sappia conservare opportunamente i caratteri, nel proficuo e necessario adattamento alle moderne esigenze del vivere e dell’abitare contemporaneo. Il complesso, edificato nel 1934 nella parte meridionale della città, è collocato in un’area liminare, opportunamente orientato e aperto al paesaggio naturale per motivi sanitari. Questo sistema che incorpora insieme architettura e natura è stato poi successivamente separato dalla città attraverso il completamento della cosiddetta circonvallazione, divenuta nel tempo un ring ad intenso traffico cittadino.
In questo quadro, l’attribuzione di una nuova e vitale funzione al Sanatorio abbandonato, ora anche giuridicamente riconosciuto come monumento, rappresenta la migliore garanzia per un’efficace e duratura tutela attiva, basata sull’attribuzione di rinnovate opportunità e funzionalità.
Secondo una modalità di lavoro propria degli interventi di rigenerazione urbana e di progetto di paesaggio, si sono definiti i nuovi assetti funzionali e le nuove configurazioni spaziali attraverso: una nuova articolazione dei rapporti di senso e di forma tra conformazione urbana e edilizia, derivanti da un montaggio critico delle componenti architettoniche e dello scambio contestuale tra edificio e città; un rafforzamento del sistema delle aree aperte alla città storica, ottenuto attraverso teorie di portici che inquadrano lo scompiglio dinamico dei giardini interni, per definire nuovi legami tra l’infrastruttura ambientale del parco e il complesso edilizio.
La proposta, lavorando per sottrazioni controllate e addizioni differite, punta alla ridefinizione di un sistema di relazioni che lascia intatta la plastica primaria del Galateo nella sua articolazione volumetrica, per concentrarsi sulle interazioni tra il monumento e i suoi contesti, valorizzando i caratteri di permeabilità e forte interazione tra spazi interni ed esterni che contraddistingue i complessi sanatoriali di inizio Novecento.
In questo contesto l’impiego di specie arboree utilizzate per la “cura d’aria”, particolarmente efficienti e sinergiche al trattamento terapeutico, tiene conto delle fasi di evoluzione storica e trasformazione successiva del parco, compreso il lungo periodo di abbandono che ha innescato da un lato processi di degrado, dall’altro di riattivazione ecologica spontanea.

Orazio Carpenzano