Sacrario Militare di Cima Grappa

2015

Concorso per il restauro conservativo del Sacrario Militare di Cima Grappa e valorizzazione degli edifici annessi, degli apprestamenti militari, della ex base NATO e delle relative aree contermini
consulente per l’architettura


committenza:
Presidenza del Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici – Struttura di Missione per gli anniversari di interesse nazionale
Ministero della Difesa – Commissariato generale per le onoranze ai caduti

progetto di restauro:
RHL Architettura s.r.l.

progetto architettonico:
Orazio Carpenzano
Tommaso Pallaria
Alessandro Brunelli
Paolo Marcoaldi
Fabio Balducci

altre figure professionali:
Studio Azzurro [allestimento multimediale] – Costanza Pierdominici [consulente per il restauro]

localizzazione:
Strada Cadorna, Romano D’ezzelino (TV), Italia


Per valorizzare un luogo importante e le strutture antropiche che lo abitano, non esiste altra via che recuperarne la Memoria (intesa come archivio ma anche come immaginazione!). Risvegliare lo slancio che ne determinò la scelta come luogo rappresentativo e ne impresse l’Arte che si è fatta interprete della sua vicenda e poi… raccontare! Raccontare con attenzione e garbo la sua storia, le sue storie, per tramandarle alle future generazioni, che potranno onorarle adeguatamente se, come hanno fatto gli storici di sicura fierezza e onestà intellettuale, sapranno trascriverle, sovrascriverle e, in parte, riscriverle, sulla base di nuove acquisizioni documentarie o di cambiamenti di prospettiva culturale, ma mai ideologica.
Ecco in sintesi il discorso generale nel quale pensiamo si debba inserire il progetto per Cima Grappa. Non prima però di aver sottolineato l’importanza della scena naturale dove il monumento è incastonato. La dimensione paesaggistica qui è quasi tutto.
Pensiamo che il paesaggio del Grappa sia una forza che attinge vigore proprio nel cogliere il senso del molteplice che lo attornia, un anello panoramico formidabile e quasi ineguagliabile. Il paesaggio qui impone una nuova purezza di sguardo, dev’essere qui strumento incontestabile di una visione che si fa pensiero, un’attendibile testimonianza di un tempo tragico, per il sacrificio dei soldati, ma anche per le tracce di un tempo più recente segnato dalle grandi tensioni internazionali post-belliche. Il progetto deve riconvertire questi segni arginando la tentazione di aggiungere altro.

Orazio Carpenzano